L’80% dei soldi falsi arriva da Napoli, il 100% dalla BCE che non ha Riserva Aurea
Da qualche giorno gira sui social network la notizia (diffusa da AGI) che circa l’80% degli euro falsi in circolazione arrivano da Napoli. Certo, sembra che il “fatto” vada contro la legge (del copyright al massimo), di sicuro non è deleterio per il “popolo”.
Nonostante questo denaro sia considerato falso dalla BCE e dai suoi ideatori, l’elite che ci governa, in realtà gli euro “cosiderati” falsi non sono diversi da quelli considerati “veri”:
Sia i banchieri che i falsari NON hanno per garanzia una Riserva Aurea che giustifichi il denaro messo in circolazione.
Ogni banconota non avendo un “valore materiale” dietro, è da considerarsi semplicemente carta e inchiostro (circa 0,03 centesimi a pezzo).
Se vogliamo dirla tutta, forse troviamo più morale nei falsari che vendono banconote al di sotto del valore a loro attribuito dalla BCE, che nei banchieri che chiedono gli interessi su ogni pezzo di carta da 0,03 cent. Considerando che chi non riescie a restituire gli interessi, quella banconota non legata a “valori materiali” si trasformerà in “beni materiali”, i vostri beni materiali, come per esempio l’auto o la casa. Come vediamo la linea che divide il falsario dal banchiere non esiste.
Il denaro con la riserva aurea non c’entra proprio nulla, e non deve centrare nulla. Il valore al denaro lo danno beni e servizi prodotti dal lavoro, cioè la ricchezza reale che il denaro, come documento contabile, deve scambiare.